Sono 4 le sanzioni che Poste Italiane ha comminato a quattro suoi dipendenti di Viterbo e, grazie alla difesa di Cobas Poste, sono state tutte annullate.
L’azienda utilizza il sistema delle sanzioni disciplinari per intimorire i lavoratori che chiedono il rispetto dei propri diritti, a Viterbo sono state quattro le sanzioni per quattro iscritti sindacali, tutte vinte dai lavoratori.
L’ultima ha colpito il Rappresentante Cobas, colpevole di aver cercato di migliorare le condizioni lavorative riguardo i carichi di lavoro, le condizioni igieniche e la tutela della sicurezza e
salute dei lavoratori. Quest’ultima, reiterata con maggior forza, in concomitanza della seconda ondata dell’epidemia ed in relazione alle continue richieste di prestazioni aggiuntive e di straordinario. Il silenzio di Poste ci aveva costretto ad interpellare gli Enti preposti, Ispettorato del Lavoro, Sindaco e Prefetto.
La risposta dell’azienda non si è fatta attendere, contestazione e sanzione.
Se si pensava di spaventare i lavoratori, costringendoli al silenzio, è stato un grosso errore. Tutte le sanzioni sono state impugnate e tutte vinte. Le vittorie ottenute ristabiliscono e chiarificano comportamenti messi in discussione da parte di direttori e azienda. Come ad esempio: “l”obbligazione cui è tenuto il portalettere va qualificata come una obbligazione di mezzi e non di risultato” o come “la sussistenza di giacenza non può di per sé essere posta immediatamente in relazione con un inadempimento o negligenza del lavoratore in assenza di altri elementi”.
Poste Italiane che si fregia di un codice etico di valorizzazione del personale, applica la più pesante repressione interna, tanto che in bilancio emerge, su tutte, la voce di spesa per “contenzioso del lavoro e procedimenti disciplinari” che nel 2018 ammontava a 22,6 milioni di euro.
Questo è il metodo utilizzato dall’azienda, applicato anche alle libere elezioni del Rappresentante sindacale, direttori e “sindacati” interni hanno intimato a molti lavoratori di non votare per l’Organizzazione Cobas, altrimenti ne avrebbero pagato le conseguenze.
I lavoratori non si sono fatti spaventare da questi sistemi, rimaniamo uniti e organizzati l’uno al fianco dell’altro.
A settembre inizieremo una campagna di informazione, rivolta a tutti, per conoscere e rivendicare i nostri diritti.
Cobas Poste U.P. Viterbo
Rsu Andrea Morucci