I Cobas portano a Viterbo la mostra curata dall’Associazione Ruggero Toffolutti per parlare di tutti coloro che vengono uccisi mentre stanno lavorando a causa di sfruttamento e precarietà
La mostra “Non numeri ma persone” realizzata dall’associazione Ruggero Toffolutti viene inaugurata per la prima volta a Viterbo dal 20 novembre al 5 dicembre all’interno dello Spazio Civico nel parcheggio di Valle Faul.
42 pannelli mettono in luce i volti e le storie di chi è stato ucciso mentre stava lavorando o nel tentativo di raggiungere il proprio luogo di lavoro. E’ troppo facile parlare di una media di 4 lavoratori uccisi al giorno, Sideche, Alfonso, Gabriele, Giorgio sono persone uscite di casa, che forse non realizzavano nemmeno i loro sogni, ma avevano bisogno di uno stipendio per sopravvivere e invece sono morti. Uccisi dalla volontà di profitto dei loro datori di lavoro che li hanno privati dei dispositivi di sicurezza, della formazione, li hanno sottoposti a carichi e stress eccessivi o addirittura hanno manomesso i macchinari, eliminando le protezioni, perché producessero di più.
I dati, elaborati da Vega Engineering, mostrano una situazione in continuo peggioramento, l’incidenza dei morti di lavoro rispetto gli occupati è passata da 14.7 nel 2023 a 15.4 nel 2024. I lavoratori stranieri risultano quelli più esposti, con un’incidenza nel 2021 pari a 25.7 ed oggi a 34.1, allo stesso modo I giovani, passati da 11.9 nel 2021 a 13.6.
Se pensiamo che la nostra provincia, nel suo piccolo, sia un fiore all’occhiello ci sbagliamo enormemente, La Tuscia è in zona rossa in Italia per infortuni sul lavoro, segnando un incremento del 36%, sono quattro le persone uccise. Non va meglio per le malattie professionali, il 77% delle patologie registrate riguarda l’apparato muscolo-scheletrico. In aumento anche i melanomi cutanei che superano il dato nazionale e la silicosi con 95 casi segnalati tra il 2012 e il 2023, principalmente nel distretto ceramico. Complessivamente, il numero delle malattie professionali riconosciute è passato da 245 nel 2021 a 312 nel 2022.
In Italia manca completamente nella cultura per la sicurezza, la formazione non viene effettuata e addirittura falsificata, con finti attestati senza alcun corso.
È giusto e importante introdurre il reato di omicidio sul lavoro, non possiamo però pensare che basti. Il nostro Paese ha già la migliore legislazione sulla salute e sicurezza, poi però nulla si fa perché venga applicata. Un’azienda ha una possibilità ogni 20 anni di subire un controllo, nel 2023 il personale ispettivo contava appena 200 unità, 10 in meno dello scorso anno.
Nel disinteresse delle istituzioni, siamo noi lavoratori a difenderci.
La mostra ci da l’occasione di dialogare con le scuole. I formatori Roberta Papi e Lorenzo Biaggini dialogheranno con i ragazzi, a cui già cercano di insegnare a rimanere in silenzio di fronte allo sfruttamento, come se fosse la normalità.
Questa normalità non ci appartiene e la ribaltiamo, la nostra vita viene prima di tutto.